Faccio sempre tanta fatica a viaggiare; o meglio: faccio fatica a lasciare casa mia. Sono molto simile a un ghiro che dorme bene nella sua tana. È stato così fin da piccola, ma ora che sono mamma ho paura di allontanarmi da casa perché lascio lì i mie tre hobbit. Ce la faranno senza di me? Capiterà loro qualcosa?
Non possiamo togliere dalla nostra vita l’ombra, mai. Viaggiare – ce lo insegna il protagonista di Uomovivo – è sentire forte la nostalgia di casa.
Sono venuta a San Benedetto del Tronto per la premiazione del concorso Chesterton con questi pensieri in testa. Ma anche con una grande gioia: quella di trovare un’altra famiglia all’arrivo. Tutte le volte che sto con Marco, Federica e tutti i Tipi Loschi mi godo la gioia immeritata di essere figlia, di potermi aggrappare ad altri e fare scorta di coraggio, buonumore, compagnia. Il bambino si affida, ed è bellissimo farlo anche da adulti.
La premiazione del concorso è stato un momento entusiasmante, poi ho comprato l’olio, mi sono gustata il sole e le chiacchiere, ho discusso con una bimba di prima elementare di cose serissime (“Se uno non mi piace, posso dirgli che non mi fidanzo con lui?”). Più di tutto mi sono goduta una scena che difficilmente scorderò: una frotta di bimbi giovanissimi che esultano abbracciando e gridando attorno a Suor Clelia. Cos’è l’educazione? Cos’è la fertilità? Cos’è il bene? Lì ho visto di botto una risposta esauriente a queste domande profondissime: è un grido di gioia perché chi ti vuole bene ti rende protagonista della tua vita.
Annalisa Teggi
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