Chi di noi vorrebbe davvero tornare indietro e trovarsi spettatore delle proprie sconfitte? Quante volte pensiamo con raccapriccio e vergogna al momento, in cui sappiamo di aver sbagliato e scacciamo quel pensiero come se scottasse nella testa! E, davanti a un brutto ricordo, il nostro primo desiderio non è forse quello che sparisca dalla nostra memoria e il secondo di poter tornare indietro per riviverlo e comportarsi in modo diverso?
Ecco, Ebenezer Scrooge, protagonista del dickensiano “Canto di Natale”, è costretto a rivivere queste febbri proprio come nel momento in cui accaddero, ripercorrendo gli errori della sua vita passata e toccando con mano le terribili conseguenze del suo agire. Ma questa coercizione è in realtà l’occasione per ravvedersi e cambiare. Ad accompagnarlo in questo vorticoso viaggio nel tempo, gli spiriti del Natale presente, passato e futuro, che nella Notte Santa provocheranno il riscatto dell’uomo.
A Scrooge è data la possibilità di permeare se stesso: scendere giù, fino in fondo al suo coraggio per incontrare sé bambino, rivedere l’unica donna che abbia amato, capire tutti gli annullamenti, che ha fatto, sta facendo e che farà in vita. E, alla fine, trovare il coraggio di cambiare, di convertirsi, di redimersi per concludere la sua vita nel modo migliore possibile.
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