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Uno studio dal vivo!

Venerdì 22 ottobre la scuola ha organizzato un’uscita in Contea. In questo luogo abbiamo fatto la prima ora di matematica e poi abbiamo raccolto le olive. Ero incuriosita perché per me era una cosa nuova. Indossavamo la divisa di scuola e non era molto comodo lavorare così. Ciccio, l’adulto che ci ha seguito nella raccolta, ci ha spiegato come usare l’abacchiatore che è una specie di rastrello elettrico. Noi alunni della scuola però abbiamo usato i rastrelli manuali. È stato molto faticoso. Sotto l’ulivo era sistemata una rete verde e blu dove facevamo cadere le olive. Sentivo un odore di terra a me familiare perché conosco bene il posto.

Dopo circa un’ora di raccolta siamo saliti nel furgone che ci accompagna sempre in queste avventure e carichi di curiosità, siamo partiti alla volta dell’oleificio di “Silvestri Rosina”. Da qualche settimana stiamo studiando con il prof di tecnica la procedura di lavorazione dell’olio. È stato fantastico scoprire che quello che abbiamo scritto negli appunti ha preso vita… Infatti abbiamo cisto come inizialmente si pesano le olive, si defogliante e vengono lavate.

Questo nel nostro oleificio avviene, all’esterno. Poi, attraversando un portone e spostando lo sguardo verso destra, abbiamo osservato il procedimento della frangitura dove le olive con il nocciolo vengono frantumate e formano la pasta di olive. Questa viene poi spremuta sotto una pressa e l’olio e l’acqua si dividono dalla parte solida. Infine il liquido viene centrifugato e si ottiene l’olio.

Dopo tutti questi passaggi l’olio era pronto. Io, all’inizio, non sentivo nessun odore particolare. Alla fine della visita però, ci hanno offerto una merenda a base di pane e olio ed è stato proprio in questo momento che ho sentito forte sia l’odore e il sapore squisito dell’olio. In quell’oleificio hanno anche la procedura più moderna, cioè al chiuso. Ho scoperto che con l’olio si producono anche creme e lucidalabbra. Infatti ne ho comprato uno per provare i suoi effetti. Finito lo “shopping” siamo ripartiti per tornare a casa. È stato un giorno meraviglioso e vorrei vivere più spesso queste avventure.

Beatrice Marzi

Quest’anno non ci facciamo mancare le gite! Dopo aver fatto quella a Norcia ce ne hanno annunciata un’altra. Io e i miei compagni ci siamo sorpresi perché non ci era mai capitato di fare due gite in una sola settimana!

Venerdì 22 ottobre al mattino siamo andati a raccogliere le olive. Abbiamo fatto questa gita perché in tecnica abbiamo studiato come si fa l’olio. Non era la prima volta che svolgevo questa attività ma ero felice lo stesso. Ci siamo incontrati alle otto a Santa Lucia dove abbiamo fatto lezione e poi raccolto le olive. A metà mattina abbiamo raggiunto l’oleificio a Spinetoli (con il furgone).

Ciccio ci ha fatto vedere dal vivo quello che avevo già studiato sui libri, per questo la lezione è stata interessante. Per il raccolto ci è stato dato un ulivo vicino al cancello d’ingresso. Per prima cosa i maschi hanno messo la rete azzurra sotto l’albero, poi tutti insieme con i rastrelli abbiamo pettinato i rami per far cadere i frutti. Alcuni di noi avevano i rastrelli corti, altri invece lunghi e ce li scambiavamo per raccogliere tutte le olive che erano di colore nero o verde e si nascondevano tra le foglie.

È stato divertente perché chiacchieravamo e ci facevamo le battute a vicenda. Ciccio ci ha mostrato anche il suo abbacchiature e quando lo ha acceso si sentiva un rumore fastidioso e le olive schizzavano da tutte le parti! Durante la pausa merenda il mio compagno Davide è rimasto a togliere i rami e le foglie e ha messo le olive nella cassetta.

Finite queste operazioni ci siamo diretti all’oleificio e mentre aspettavamo il nostro turno si vedeva un via vai di gente perché i contadini portavano le olive e ritiravano l’olio in continuazione. Una signora ci ha mostrato come si lavano e pesano olive, poi chi ha detto che ci sono due modi per fare l’olio. Col metodo antico si usa una macchina da due pietre che girano intorno e su se stesse per quaranta minuti schiacciando polpa e nocciolo. Con il metodo moderno si mettono le olive in un tubo chiaro dove vengono schiacciate. Le macchine facevano un forte rumore e non si riusciva neanche a parlare. La poltiglia prodotta viene distribuita in dei dischi che vengono messi sotto una pressa e schiacciati tantissimo per far uscire l’acqua e l’olio. Si sentiva uno strano odore pungente.

Il liquido così ottenuto viene messo in una centrifuga che separa l’acqua, che è di colore marrone viene usata per annaffiare, dall’olio di colore giallo acceso-verdastro che esce da un rubinetto e viene messo nelle taniche.

Per ultima cosa abbiamo assaggiato l’olio fatto sia con il metodo antico che moderno. Il primo era dolce e delicato, il secondo aspro e pungente. Io ho preferito di gran lunga quello più dolce.

La gita è stata bella anche perché ho fatto dei lavori manuali insieme ai miei compagni e abbiamo chiacchierato di più di quando siamo a scuola, ma comunque abbiamo appreso delle cose. Spero che ci siano altre opportunità di vedere dal vivo ciò che studiamo sui libri.

Matilde Di Biagio

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