Venerdì 28 ottobre siamo andati con i prof Giorgio e Marco Pellei (professori di tecnica e di scienze) a vedere la diga di Talvacchia e la centrale idroelettrica nel Mulino Pignoloni di Rocca Fluvione.
Siamo partiti alla fine della seconda ora con il furgone della nostra scuola. Eravamo molto emozionati al pensiero di andare a vedere concretamente ciò che abbiamo studiato fino ad ora. Per prima cosa siamo andati a vedere il mulino Pignoloni, un antico mulino ad acqua del 1629. Il prof di scienze ci ha spiegato che in questo posto l’energia dell’acqua veniva già usata da tempo per far muovere le macine di un mulino. I proprietari hanno poi deciso di ristrutturarlo ed utilizzare l’acqua per produrre energia elettrica. Facendo dei calcoli abbiamo scoperto che l’energia elettrica prodotta dalla centrale è capace di rifornire circa sessanta appartamenti.
Successivamente abbiamo ripreso il furgone e durante il tragitto abbiamo visto la centrale dell’ENEL di Capodiponte che viene alimentata dall’acqua della diga di Talvacchia. Il prof ci ha spiegato che la sua produttività è molto maggiore di quella della centrale del mulino. Come ultima tappa ci siamo diretti alla diga di Talvacchia. Qui abbiamo avuto un colpo di fortuna e abbiamo incontrato Simone: il guardiano della centrale. Lui ci ha spiegato che la diga è alta 78 m e che in questo periodo è in secca e quindi c’è poca acqua. Ci ha fatto anche vedere dall’alto una vasca dove viene riversata l’acqua quando il lago è pieno. Dopo la spiegazione abbiamo fatto diverse domande e tra queste una che ci interessava particolarmente era sulla costruzione delle fondamenta della diga. Simone ci ha risposto che per costruire le basi di una diga occorre prima deviare a monte il corso d’acqua con un blocco provvisorio, poi si costruiscono gli attacchi di cemento sui fianchi della valle. Una seconda domanda è stata sull’utilità dei termometri presenti sulla diga. La risposta è stata che servivano a misurare la temperatura dell’aria e dell’acqua per calcolare la dilatazione del cemento. Un’altra cosa interessante emersa dalle nostre domande è stata che la centrale non è fatta di cemento armato ma di cemento normale. Ad un cero punto, quando hanno aperto le chiuse, ha iniziato a suonare la sirena che era davvero assordante, e noi pensavamo che fosse successo qualcosa di pericoloso. L’ultima tappa è stata Castel Trosino, un bel borghetto medioevale; e poi siamo tornati a scuola. È stata propria una bella giornata.
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